domenica 8 febbraio 2015

L'amianto nell'acqua potabile!!! "Il documentario"

Asbestos in drinking water !!! "The documentary"
Асбест в питьевой воде !!! "Документальный фильм"
石棉饮用水! “纪录片”





intervento di Max Bugani e Marco Piazza, portavoce consiglieri del M5S a Bologna
"Da anni insistiamo sulla pericolosità dell’amianto e in particolare dell’amianto delle condutture idriche (oltre 500Km di tubature a Bologna sono in Cemento amianto e alcune sono in opera da diverse decine di anni)
Come MoVimento 5 Stelle abbiamo discusso, fatto un piano di bonifica, richiesto un’istruttoria pubblica, proposto ordini del giorno con l’intento di non creare il minimo allarmismo ma di invitare tutti alla massima precauzione e attenzione nei confronti di un fenomeno (fibre ingerite nell’acqua potabile) ancora poco studiato e per questo da molti sottovalutato. Anche nella recente istruttoria pubblica del 2 dicembre 2014 abbiamo sentito esperti affermare: “non esistono prove della pericolosità dell’ingestione dell’amianto
Ora abbiamo appena letto un rapporto dello IARC (International Agency for Research on Cancer) sull’Asbesto disponibile qui. Tra le varie prove ed esperimenti:
L’ingestione di amianto è considerata “esposizione primaria” al pari dell’inalazione (capitolo 1.5, pagina 225)
Sono riportati gli esiti drammatici di un test su topi che hanno ingerito amianto (capitolo 3.6 pagina 273). Su 75 cavie che hanno ingerito amianto, 18 si sono ammalati di tumori vari dopo pochi mesi.
Il rapporto dello IARC conclude che “Esistono prove sufficienti per la cancerogenicità di tutte le forme di amianto per l’uomo. Provoca il mesotelioma, il cancro del polmone, della laringe, e dell’ovaio. Inoltre sono state osservate associazioni positive tra l’esposizione a tutte le forme di amianto e cancro della faringe, stomaco, colon-retto Esistono prove sufficienti negli animali per la cancerogenicità di tutte le forme di amianto Tutte le forme di amianto sono cancerogeni per l’uomo.”
Quindi le fibre d’amianto presenti nell’acqua (oltre al fatto che si possono respirare lavando i pavimenti o asciugando i panni) in base al rapporto IARC sono pericolose anche se ingerite. E da oggi non accetteremo più sottovalutazioni del problema. In questi anni le morti per tumore stanno diventando una vera pestilenza e a questo punto l’ingestione dell’amianto è una delle cause.
Ringraziamo gli esperti che ci hanno fornito il rapporto e vogliono restare nell’anonimato
Chiediamo che nel piano di bonifica dell’amianto si preveda la rimozione completa delle tubature in cemento amianto e che i materiali vengano inertizzati e riciclati con le moderna e redditizie tecniche, per esempio quella messa a punto dal Prof. Roveri dell’università di Bologna.
Il fatto che HERA abbia perso l’occasione epocale del rifacimento dell’arteria principale di Bologna per sostituire la conduttura in cemento amianto (limitandosi ad allacciamenti e attraversamenti) è una segnale inquietante di quanto si sia indietro su questo tema e di quanto lavoro ci sia ancora da fare.
Auspichiamo che l’aver reso pubblico questo studio (peraltro risalente al 2012 ma ben poco pubblicizzato) possa sensibilizzare politica ed amministratori a tutti i livelli al fine di agire con la massima urgenza nella completa rimozione di ogni fonte di esposizione all’amianto, tubature idriche comprese!" Marco Piazza e Massimo Bugani


sabato 7 febbraio 2015

Il finocchio: proprietà, benefici e ricette

Fennel: properties, benefits and recipes
Фенхель: свойства, преимущества и рецепты
茴香:性能,利益和食谱

Il finocchio è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Ombrellifere, probabilmente originaria dell’Asia Minore ma diffusa in tutta l’area del Mediterraneo e già nota presso gli egizi, i greci e gli arabi. L’aroma peculiare del finocchio si deve alla consistente presenza di anetolo, un’essenza che viene adoperata per la preparazione di liquori quali la sambuca, il pastis e l’anisette in Francia o l’anis in Spagna. È opportuno fare distinzione tra finocchio selvatico e coltivato. Le due varietà fanno parte della stessa famiglia, ma mentre quello selvatico cresce in maniera spontanea e viene usato come pianta aromatica, quello coltivato, o comune, dispone di una parte edibile, detta “grumolo”, costituita dalla parte basale delle foglie e caratterizzata da un sapore più dolce e meno pungente rispetto a quello del finocchio selvatico.
Il finocchio: Proprietà nutrizionali e benefici
Questo ortaggio ha un contenuto calorico molto ridotto, circa 31 calorie per ogni etto, è povero di grassi ma molto ricco di fibre, quindi è un alimento particolarmente indicato per chi tiene alla propria linea. Il finocchio è molto ricco di sali minerali, soprattutto potassio, calcio e fosforo, utili per rinforzare le ossa e per prevenire crampi e stanchezza. Contiene molte vitamine, in particolare la vitamina A, essenziale per proteggere e mantenere sana la pelle e per regolare il funzionamento della retina e della vista, la vitamina B, elemento fondamentale per il corretto funzionamento del sistema nervoso e dell’apparato cardiocircolatorio, e la vitamina C, sostanza molto importante nella prevenzione di numerose patologie perché rafforza il sistema immunitario e svolge un’efficace azione antiossidante. Il buon contenuto di fitoestrogeni rende il finocchio un ottimo equilibrante naturale dei livelli degli ormoni femminili, il che lo rende particolarmente utile nello stimolare la produzione di latte nelle donne alle prese con l’allattamento, nel ridurre i disturbi che precedono il ciclo mestruale e nell’alleviare i sintomi della menopausa. Anche il fegato trae giovamento dal consumo di finocchi, che rappresentano dei validi disintossicanti e che contribuiscono al miglioramento delle funzioni epatiche. Inoltre, il finocchio ha effetti diuretici, favorendo la produzione di urina e, di conseguenza, l’eliminazione delle tossine da parte dell’organismo, ed è indicato in caso di inappetenza, dato che stimola l’appetito e la secrezione gastrica attraverso l’azione dei suoi principi aromatici. Come erba officinale, il finocchio costituisce un ottimo rimedio per i problemi di digestione, in quanto contrasta i processi fermentativi che avvengono nell’intestino crasso e contribuisce all’eliminazione dell’aria che si accumula nello stomaco e nell’intestino, lenendo in tal modo anche i dolori causati dalle coliche gassose nei neonati. Proprio in considerazione di queste sue virtù benefiche nei confronti dell’apparato digerente, tisane, decotti e infusi preparati con i semi di questo ortaggio possono essere molto utili per coloro che abbiano problemi di gonfiore addominale e di aerofagia.
Tisana al finocchio
Ai semi di finocchio, infatti, sono attribuite le proprietà digestive e stimolanti per lo stomaco e l’intestino: perfette, quindi, contro la digestione lenta, le dispesie gastriche, flatulenza, eruttazioni, secrezioni catarrali. Questa pianta dispone diproprietà carminative, che favoriscono l’eliminazione fisiologica di gas intestinali e che favoriscono la digestione.
Ingredienti: semi di finocchio, 1 cucchiaino, tiglio, mezzo cucchiaino, rosmarino, mezzo cucchiaino, acqua, mezzo litro
Preparazione: iniziamo a preparare la nostra tisana inserendo all’interno di una teiera colma di acqua bollente i semi di finocchio, i fiori di tiglio e il rosmarino tritato e lasciate in infusione per 15 minuti. Trascorso il tempo indicato, filtrate il liquido nelle tazze e bevete dopo i pasti. Il fastidio si dovrebbe attenuare in poco tempo.
Vellutata al finocchio
E dopo la ricetta per la preparazione della tisana digestiva al finocchio, ecco un’altra ricetta che aiuta il fisico a riprendersi dopo le grandi abbuffate natalizie: la vellutata al finocchio, facile da preparare e pronta in pochi minuti.
Preparazione: iniziamo la nostra ricetta lavando bene i finocchi e pelando le patate; tagliate la verdura a pezzettoni e mettetela a lessare in un pentolino con abbondante acqua salata. Quando gli ortaggi si saranno ben ammorbiditi, scolateli. Nel frattempo fate imbiondire la cipolla tritata in una pentola con un filo di olio. Aggiungete le verdure e metà del brodo e tenete in cottura per qualche minuto; trasferite poi il tutto all’interno di un mixer e frullate finché non avrete ottenuto una crema liscia ed omogenea. Riversate nuovamente il tutto nella pentola, aggiungete il brodo mancante e condite con il rosmarino tritato e le foglie di salvia. Aggiustate di sale e pepe e portate a bollore. Servite subito la vostra vellutata con un filo di olio.

venerdì 6 febbraio 2015

E SE L’UNIVERSO FOSSE UN GRANDE ORGANISMO VIVENTE?

And if the universe were a living organism?
И если бы Вселенная была живой организм?
如果宇宙是一个活的有机体?

Dal microbo più piccolo al mammifero più grande, l'uomo è convinto di riuscire a riconoscere la vita. Ma potrebbe esistere anche su scala molto più grande, diciamo a “livello cosmico”, in cui i pianeti fungono da cellule e i buchi neri da DNA dello spazio? I segreti del cosmo potrebbero risiedere nella biologia invece che nella fisica? Insomma, l'Universo è vivo?


Cosa rende vivo un organismo? Cosa ci rende diversi da un sasso o da un robot?
È il battito del cuore? Sono i pensieri che abitano la nostra mente? O per il fatto che nasciamo, cresciamo e moriamo?
Alcuni scienziati hanno pensato che potremmo condividere questi aspetti con qualcosa di molto più grande: è possibile che l’intero cosmo sia un unico organismo vivente, nel quale viviamo e ci muoviamo?
Tutta la vita può essere fatta risalire ai pochi organismi unicellulari che esistevano nell’Archeano. Oggi, dopo circa 4 miliardi di anni, ci troviamo a condividere il pianeta con elefanti, balene e altre 8 milioni di specie eucariotiche.
Chiaramente, tutti gli esseri viventi sul nostro pianeta sono interconnessi, tanto da far pensare di essere tutti parte di un unico organismo vivente. Siamo come le centinaia di diversi tipi di cellule del nostro corpo che costantemente muoiono e si rinnovano? Facciamo parte di un organismo complesso più grande di noi?
Il primo in Occidente a concepire l’universo come un grande organismo fu il filosofo greco Anassagora che in opposizione al meccanicismo atomistico pensava all’esistenza di un Nous (mente) che organizzasse il cosmo risollevandolo dal caos originario. Ma l’idea dell’universo come organismo vivente è stata ampiamente formulata anche da Platone, poi dagli stoici, da Plotino e dal neoplatonismo.
Secondo la visione “organicista”, le strutture che compongono l’Universo, cioè galassie, buchi neri, quasar, stelle, nebulose, pianeti e noi compresi, sono da considerare come i tessuti di un gigantesco essere vivente, un po’ come le parti che compongono il nostro organismo.
Se è vero che una delle caratteristiche degli esseri viventi è quella di nascere, crescere, riprodursi e morire, questi aspetti sono più che plausibili anche per l’Universo: il Big Bang è praticamente la venuta al mondo del cosmo (probabilmente da un universo antenato); il fatto che l’Universo si espanda significa semplicemente che cresce; in futuro, quando l’entropia si sarà equilibrata, l’Universo morirà come tutti gli altri esseri viventi.
E per quanto riguarda la riproduzione? Tutti gli esseri viventi hanno una caratteristica in comune: provengono da un altro organismo. Se il nostro Universo fosse vivo, avrebbe anch’esso un genitore? E, a sua volta, potrebbe dare vita ad un Universo figlio?
Il fisico teorico Lee Smolin, uno dei fondatori del Perimeter Institute for Theoretical Physics, sostiene la possibilità che il nostro Universo abbia già dato vita ad una intera famiglia di universi-figli nascosti al di là dell’orizzonte oscuro dei buchi neri.
«Le leggi di natura sono perfettamente sintonizzate, in modo che l’Universo possa ospitare la vita», spiega Smolin. «Immaginiamo cosa succederebbe se cambiassimo anche solo leggermente queste leggi: l’Universo non sarebbe più così ospitale. Resta un mistero il motivo per cui l’Universo è così accogliente nei confronti della biologia».
I cosmologi si scontrano da tempo con questo enigma chiamato “Perfetta Sintonizzazione”. Se una qualsiasi delle forze della natura fosse più forte o più debole di una percentuale inferiore all’1%, le stelle e le galassie non si formerebbero mai. Persino gli atomi non esisterebbero.
Per molti, questo è il segno che il nostro Universo è stato accuratamente plasmato dalla mano di un creatore che la concepito in modo da fargli ospitare la vita umana.
Smolin, tuttavia, cercava una spiegazione più osservabile, trovandone una non nella fisica, ma nella teoria biologica dell’evoluzione. «La selezione naturale spiega come le strutture intricate della vita si sviluppano progressivamente», commenta Smolin, chiedendosi se anche il nostro Universo così complesso sia il frutto di una versione cosmica dell’evoluzione biologica.
«L’Universo potrebbe avere una storia? Potrebbe avere degli antenati? Mentre si è evoluto nel corso della storia, potrebbero esserci state variazioni casuali delle leggi, e poi una selezione delle stesse, privilegiando quelle che introducevano le strutture più complesse?», si chiede Smolin. A suo parere, la “selezione naturale cosmologica” potrebbe essere la risposta: «è la migliore che abbia trovato finora!», ammette lo scienziato.
Perchè la Teoria della Selezione Naturale Cosmologica di Smolin possa funzionare, ci deve essere un meccanismo per cui un intero cosmo possa riprodursi e subire una mutazione come nella trasmissione del DNA.
Secondo Smolin, la risposta si trova nel centro impenetrabile dei buchi neri, dove le leggi della fisica conosciuta smettono di esistere, con il sopravvento di altre leggi relative alla gravità quantistica finora ignote. Il fisico teorico ritiene che quando una stella esplode lasciando il posto ad un buco nero, in quel momento avviene la nascita di un nuovo universo.
«La stella che ha creato il buco nero collassa, e poco prima di diventare infinitamente densa, rimbalza e ricomincia ad espandersi», spiega Smolin. «A quel punto, si creano nuove regioni di spazio tempo, sempre all’interno dell’orizzonte del buco nero, le quali potrebbero crescere e diventare grandi come ha fatto il nostro Universo dopo il Big Bang».
Dunque, il nostro Universo potrebbe essere un germoglio spuntato su un ramo di un gigantesco albero cosmico sempre in crescita. «Nel cosmo funziona come in biologia: esiste una popolazione di universi che generano una progenie attraverso i buchi neri», continua Smolin.
Ma questo non è l’aspetto più interessante della teoria di Smolin. Mentre studiava quali leggi della fisica permettono ad un piccolo universo di essere più prolifico, Smolin ha scoperto una misteriosa analogia tra l’albero genealogico cosmico e quello biologico.
«Perchè si formi un buco nero, occorre una stella molto grande. Inoltre, occorrono enormi nuvole di gas e polveri fredde, in modo che queste sostanze si trasformino in monossido di carbonio, quindi occorrono sia il carbonio che l’ossigeno, i due atomi essenziali per la formazione della vita», continua il ricercatore.
Questi due elementi sono presenti nell’universo in misura massiccia, quindi «la spiegazione per cui il cosmo ospita la vita non è altro che un effetto collaterale della sua stessa fertilità in termini riproduttivi».

La Vita del Cosmo

la-vita-del-cosmoLee Smolin
Secondo l’autore, la fisica contemporanea dovrebbe superare la vecchia impostazione newtoniana, e il pensiero fisico dovrebbe tener conto a tutti i livelli dei più recenti sviluppi teorici:
l’universo si comporta come se fosse soggetto alle leggi dell’evoluzione e della selezione naturale.
È tutto plastico, e le sue leggi non sono immutabili; esiste addirittura una “competizione tra universi possibili”, che dà come risultato la realtà in cui viviamo.

Se Smolin ha ragione, le leggi della fisica che conosciamo sono state accuratamente regolate in modo da mantenere fertile il cosmo per la sua riproduzione. Le stesse leggi rendono il nostro universo un luogo in cui la vita basata sulla chimica del carbonio può prosperare.
Seconto la Teoria della Selezione Naturale Cosmica, l’Universo in cui ci troviamo è un organismo vivente, e che quello della vita non è un fenomeno solo locale, ma anche scalare, cioè capace di manifestarsi non solo in diversi luoghi dell’Universo, ma anche su diverse scale di grandezza, tanto grandi da risultare a noi irriconoscibili.
In fin dei conti, siamo versioni in scala differente della stessa cosa.

martedì 3 febbraio 2015

Reincarnazione? Bambino fornisce dettagli della sua vita passata

Reincarnation? Child provides details of his past life
Реинкарнация? Детский содержит подробную информацию о своей прошлой жизни
轮回?儿童提供了他过去的生活细节


L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Ai confini della realtà: Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.
Se un bambino vi desse informazioni dettagliate sulla vita di un uomo deceduto di cui non può sapere nulla, credereste che sia la reincarnazione di quell’uomo?
Il dottor Erlendur Haraldsson, psicologo e professore emerito alla University of Iceland, a Reykjavik, ha studiato a lungo la reincarnazione. Ha evidenziato un caso su cui ha iniziato ad indagare nel 2000, in cui un bambino di nome Nazih Al-Danaf ha fornito dettagli corretti sulla sua cosiddetta vita passata.
Gli ha chiesto: «Chi ha costruito le fondamenta di questo cancello all’entrata di questa casa?» Nazih ha risposto: «Un uomo della famiglia Faraj». Ed era corretto.
Il dottor Haraldsson ha lavorato con Majd Abu-Izzeddin, ricercatore del libanese, per intervistare i membri della famiglia del bambino e la famiglia del deceduto di cui Nazih dovrebbe essere la reincarnazione. Tutti i testimoni sono stati intervistati più volte a distanza di alcuni mesi e le storie sono rimaste più o meno sempre le stesse. La testimonianza che ha colpito di più è quella della moglie del deceduto, che ha testato la conoscenza del ragazzino sulla sua vita con suo marito.
PRIMI DIALOGHI DI UN’ALTRA VITA
Quando aveva un anno e mezzo, Nazih ha detto a sua madre: «Io non sono piccolo, sono grande. Porto due pistole. Porto quattro granate a mano. Sono un qabai(una persona forte e senza paura). Non lasciarti spaventare dalle granate, so come usarle. Ho molte armi. I miei ragazzi sono giovani e voglio andarli a vedere».
Ha utilizzato parole che i suoi genitori non si aspettavano conoscesse a quell’età, ha mostrato uno strano interesse per whiskey e sigarette, ha raccontato di un amico muto che aveva una sola mano, ha detto di possedere una macchina rossa e di essere morto quando alcune persone sono venute a sparargli. Ha raccontato di essere stato portato all’ospedale con l’ambulanza, dove gli hanno fatto l’anestesia attraverso il braccio. Ha chiesto di essere portato a casa sua in Qaberchamoun, un piccola città a circa dieci chilometri di distanza.
Nazih ha dei parenti vicino Qaberchamoun, ma non è mai stato nella città e lì non conosceva nessuno. Dopo anni di capricci, i suoi genitori l’hanno finalmente portato a Qaberchamoun all’età di sei anni, nel 1998. Con lui sono andate anche alcune delle sue sorelle.
TROVARE LA CASA, PARLARE CON SUA ‘MOGLIE’
Sono arrivati a un incrocio di sei strade a Qaberchamoun. Nazih ha indicato una delle strade e detto di seguirla. Poi ha detto a suo padre di aspettare fino al prossimo bivio e poi di andare verso casa sua. Suo padre, Sabir Al-Danaf, ha eseguito gli ordini di suo figlio. Alla fine è stato obbligato a fermare la macchina, perché la strada era bagnata ed era difficile guidare. Nazih è saltato fuori e ha iniziato a correre. Suo padre l’ha seguito e le donne sono uscite per parlare con un uomo del posto mentre aspettavano il ritorno di Nazih e Sabir.
Mentre le donne gli raccontavano cosa Nazih gli aveva detto, l’uomo è rimasto di sasso. I dettagli combaciavano con la vita di suo padre. Il dottor Haraldsson ha intervistato quest’uomo, Kamal Khaddage, il cui padre, Fuad Assad Khaddage, era morto alcuni anni prima.
Nazih non era in grado di riconoscere nessuna delle case che aveva davanti, quindi lui e suo padre sono tornati alla macchina. Khaddage ha chiesto a sua madre, Najdiyah, di poter parlare con il bambino. Avendo ascoltato che il bambino poteva essere stato la reincarnazione di suo marito, lo ha testato.
Gli ha chiesto: «Chi ha costruito le fondamenta di questo cancello all’entrata di questa casa?» Nazih ha risposto: «Un uomo della famiglia Faraj». Ed era corretto.
Gli ha chiesto se lei avesse avuto qualche incidente quando vivevano nella loro casa ad Ainab. Nazih gli ha risposto che si era slogata la spalla una mattina, di averla portata dal dottore una volta tornato da lavoro e che aveva dovuto portate il gesso per un po’. Anche questo era corretto.
Gli ha chiesto se si ricordasse di come di fosse ammalata loro figlia Fairuz. Lui ha risposto: «È stata avvelenata dai miei medicinali e l’ho portata all’ospedale». Corretto.
Nazih è andato in un armadietto specifico di sua volontà e ha detto che lì era dove teneva le sue armi, anche se al momento non ce n’era nemmeno una. Lì era dove Faud teneva le sue armi. Il bambino ha chiesto alla vedova di Faud se si ricordava di come la loro macchina si fosse fermata due volte sulla strada da Beirut e dei soldati israeliani che li avevano aiutati a farla ripartire. In effetti tutto ciò era accaduto. Il bambino ha menzionato un barile nel giardino che usava per insegnare a sua moglie a sparare ed è uscito fuori di corsa a vedere se fosse ancora lì. C’era ancora.
Najdiyah ha mostrato una fotografia di Faud a Nazih e gli ha chiesto: «Chi è quest’uomo?». Il bambino ha risposto: «Questo sono io, ero grande ma ora sono piccolo».

Scoperto un "pulsante" per resettare l'orologio biologico

Discovered a "button" to reset the biological clock
Обнаружен "кнопку", чтобы сбросить биологические часы
发现了一个“键”来重置生物钟


Localizzazione del nucleo soprachiasmatico.
E' sufficiente una breve attivazione di un circuito cerebrale situato in una parte dell'ipotalamo, il nucleo soprachiasmatico, per resettare l'orologio biologico che regola il ritmo sonno/veglia. La scoperta può portare a nuove terapie per il disturbo affettivo stagionale e alleviare i disturbi dovuti al lavoro notturno e al jet lag


Nel cervello, esattamente nella parte dell'ipotalamo chiamata nucleo soprachiasmatico (SCN), esiste un circuito in grado di resettare l'orologio biologico circadiano. La scoperta – fatta da un gruppo di ricercatori della Vanderbilt University a Nashville - potrebbe portare a nuove terapie per patologie come il disturbo affettivo stagionale, ma anche ridurre gli effetti negativi sulla salute di quanti lavorano con turni notturni e forse anche quelli del jet lag.


Il coinvolgimento del nucleo soprachiasmatico nei ritmi sonno/veglia è noto da tempo, ma si riteneva che le modificazioni osservate nella frequenza di scarica dei suoi neuroni fossero una conseguenza dell'attività del orologio biologico, e non viceversa.

Nel loro studio – pubblicato su “Nature Neuroscience” - Jeff R. Jones e colleghi – hanno approfondito il rapporto fra SCN e ritmi circadiani su un gruppo di topi sfruttando le tecniche dell'optogenetica, ossia creando un ceppo di topi geneticamente modificati in modo che sia possibile attivare o disattivare specifici circuiti cerebrali attraverso un semplice impulso luminoso. I topi possiedono un orologio biologico quasi identico a quello degli esseri umani, l'unica differenza è che esso è tarato in modo da indurre l'inizio naturale delle attività non al sorgere della luce, al al suo scemare.


In una serie di esperimenti, i ricercatori hanno appurato che l'attivazione dei neuroni del nucleo soprachiasmatico stimolava l'avvio delle attività motorie dei topi anche in ore in cui normalmente si riposano. L'attività dei topi, peraltro, proseguiva anche se la stimilazione veniva poco dopo interrotta, indicando che quella struttura cerebrale ha una funzione di “interruttore generale” o, meglio, di pulsante di reset dell'orologio circadiano. 



"Il fatto che il tasso di attivazione del SCN è una componente chiave della ritmicità circadiana, e non solo un suo sottoprodotto, come pensavamo, dimostra che abbiamo ancora molto da imparare sul funzionamento dei nostri orologi biologici", ha osservato Douglas G. McMahon, che ha diretto lo studio.



Pur avvertendo che la possibile applicazione in campo clinico di questa scoperta richiede ancora unn lungo percorso, i ricercatori hanno iniziato a condurre altri esperimenti per controllare se topi che soffrono dell'equivalente murino del disturbo affettivo stagionale rispondono a questo nuovo approccio.





lunedì 2 febbraio 2015

Caffè Verde (Green Coffee): Chimica, Benefici e Controindicazioni

Green Coffee (Green Coffee): Chemistry, Benefits and Contraindications
Зеленый кофе (зеленый кофе): Химия, преимущества и противопоказания
绿咖啡(绿咖啡):化学,福利和禁忌


I chicchi di caffè verde (green coffee) non sono altro che chicchi di caffè che non sono ancora stati tostati. Il processo di tostatura riduce la quantità di acido clorogenico, pertanto i chicchi di caffè verde hanno un maggior livello di acido clorogenico rispetto a quelli normali tostati. L’acido clorogenico nel caffè verde presenta numerosi benefici per la salute, le malattie cardiache, il diabete, la perdita di peso. Il caffè verde è diventato popolare dopo essere stato menzionato nella trasmissione televisiva del Dr. Oz nel 2012. Il “Dr. Oz Show” ne parlava come il chicco di caffè che brucia i grassi velocemente e sosteneva che nessun esercizio fisico è necessario, nemmeno una dieta.

Benefici: come funzionano i chicchi di caffè verde?

Per quanto riguarda la pressione alta, questi chicchi potrebbero influenzare i vasi sanguigni in modo che la pressione sanguigna si riduca. Alcune ricerche hanno difatti dimostrato che le persone che soffrono di lieve pressione alta e che prendono uno specifico estratto di caffè verde (Svetol, Naturex) con un dosaggio di 93 mg al giorno o 185 mg al giorno, hanno ridotto la pressione del sangue dopo 28 giorni di trattamento.

Per la perdita di peso, l’acido clorogenico nel caffè verde può influire positivamente sulla gestione dello zucchero nel sangue e sul metabolismo. Alcune ricerche hanno dimostrato che l’assunzione di estratto di caffè verde (Svetol, Naturex) con un dosaggio di 80-200 mg al giorno può causare una perdita di peso modesta in un periodo di 12 settimane.
Tuttavia, va specificato che finora la ricerca è preliminare e non ci sono prove tangibili; inoltre non ci sono prove sufficienti sulla sua efficacia relativamente a: morbo di Alzheimer, diabete di tipo 2 e infezioni.
Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare l’effetto del caffè verde in tutte queste situazioni.

Che cosa contengono i chicchi di caffè verde?

Questi chicchi vengono trasformati per rimuovere la polpa senza intaccare lo strato sulla superficie esterna. Quando sono maturi hanno un colore simile al marrone o al giallo/rossastro. Contengono parti volatili e non volatili, ad esempio la caffeina, che scoraggiano molti insetti e animali dal cibarsene e contemporaneamente contribuiscono al sapore del caffè quando vengono tostati.

Caffè Verde (Green Coffee) Chimica
Composti azotati non volatili, tra cui alcaloidi, trigonellina, proteine e aminoacidi, assieme ai carboidrati, sono di grande importanza nella produzione del caffè verde, che viene venduto come integratore ed è stato clinicamente studiato grazie al contenuto di acido clorogenico e per le sue proprietà lipolitiche.




Di seguito tutti i composti del caffè verde.

1. Alcaloidi volatili

La caffeina è l’alcaloide più presente nei chicchi di caffè, sia verde che torrefatto. Il contenuto di caffeina è compreso tra lo 1,0% e il 2,5% e non cambia durante la maturazione dei chicchi. Concentrazioni più basse di teofillina, teobromina, paraxantina, liberina e metilliberina possono farne altrettanto parte. La concentrazione di teofillina, un alcaloide noto per la sua presenza nel tè verde, si riduce durante il processo di tostatura, di solito dopo circa 15 minuti a 230° C, mentre la concentrazione della maggior parte degli altri alcaloidi non viene modificata.
La solubilità della caffeina in acqua aumenta con la temperatura e con l’aggiunta di acido clorogenico, citrico o tartarico, che sono tutti presenti nei chicchi di caffè verde. Ad esempio, 1 g di caffeina si scioglie in 46 ml di acqua a temperatura ambiente e 5,5 ml a 80° C. Gli alcaloidi non hanno odore, ma hanno un sapore amaro in acqua, che viene mascherato dagli acidi organici presenti nel caffè. La trigonellina (N-metil-nicotinato) è un derivato della vitamina B 6, ma non è amaro come la caffeina. Nei chicchi di caffè verde, il contenuto è compreso tra lo 0,6% e l’1,0%. Ad una temperatura di tostatura di 230°C, l’85% della trigonellina viene degradata ad acido nicotinico, lasciando piccole quantità della molecola invariata nei chicchi tostati. Nei chicchi di caffè verde, la trigonellina viene sintetizzata dall’acido nicotinico per via della metilazione della metionina, un amminoacido contenente un gruppo zolfo.

2. Proteine e aminoacidi

Le proteine rappresentano dall’8% al 12% dei chicchi di caffè. La maggioranza delle proteine sono del tipo 11S e divengono aminoacidi liberi durante la maturazione. Inoltre, queste proteine vengono degradate ai loro singoli aminoacidi a temperatura di torrefazione e costituiscono pertanto una ulteriore fonte di componenti amari. Ad alta temperatura, la concentrazione di ossigeno e il pH basso degradano le proteine dei chicchi di caffè verde a basso peso molecolare di peptidi e aminoacidi. La degradazione viene accelerata in presenza di acidi organici come il clorogenico e i suoi derivati. Altre proteine sono gli enzimi, come la catalasi e il polifenolo, che sono importanti per la maturazione del caffè che, una volta maturato, contiene aminoacidi liberi. Nel caffè di qualità arabica, l’alanina è l’aminoacido con la più alta concentrazione, cioè 1,2 mg/g, seguito dall’asparagina (0,66 mg/g). Gli amminoacidi idrofobici contenuti nei chicchi freschi di caffè verde contribuiscono al gusto sgradevole, rendendo impossibile preparare una bevanda. I chicchi di caffè tostati non contengono aminoacidi liberi. Altri “colpevoli” del sapore amaro sono la dichetopiperazina, che è percettibile a circa 20 mg/litro di acqua. Il contenuto della dichetopiperazina in un comune caffè espresso varia da circa 20 mg a 30 mg, ed è responsabile della sua amarezza.

3. Carboidrati

I carboidrati costituiscono circa il 50% del peso secco dei chicchi di caffè verde. La frazione di carboidrati di caffè verde è dominata dai polisaccaridi, come arabinogalattanogalattomannano e cellulosa, che contribuiscono al sapore del caffè verde. Più i chicchi sono maturi e meno contengono residui di galattosio e arabinosio, rendendo il seme caffè verde più resistente alla rottura fisica e meno solubile in acqua. Il peso molecolare dell’arabiniogalattano nel caffè è maggiore che nella maggior parte delle altre piante, il che migliora il sistema di difesa cellulare del tratto digestivo rispetto al genere con peso molecolare inferiore. I monosaccaridi sono presenti in nella parte più scura dei chicchi di caffè maturi. La parte libera di monosaccaridi contiene saccarosio (gluco-fruttosio) fino a 9000 mg/100g. Nel caffè di qualità arabica, il contenuto di glucosio è 30-38 mg/100g, di fruttosio libero 23-30 mg/100g, di galattosio 35 mg/100g e di mannitolo 50 mg/100g. Il mannitolo è un potente “spazzino” dei radicali generati durante la perossidazione dei lipidi.

4. Lipidi

I lipidi presenti nel caffè verde includono: acido linoleico, acido palmitico, acido oleico, acido stearico, acido arachidico, diterpeni, trigliceridi, acidi grassi insaturi a catena lunga, esteri ed ammidiIl contenuto totale di lipidi nel caffè verde secco è compreso tra 11,7 g e 14 g / 100 g. I lipidi sono presenti sulla superficie e nella matrice interna dei chicchi di caffè verde. In superficie, vi sono i derivati dell’acido carbossilico, che formano una copertura simile alla cera e servono a proteggere la matrice interna contro l’ossidazione e gli insetti. Inoltre, tali molecole hanno attività antiossidante grazie alla loro struttura chimica. I lipidi del tessuto interno sono trigliceridi, acido linoleico, acido palmitico. Nel caffè di qualità arabica c’è un maggior contenuto di lipidi (13,5-17,4 g /100 g). Il contenuto di diterpeni è circa del 20% della frazione lipidica. I diterpeni principali presenti nel caffè verde sono metilcafestolo e cafestolo. Alcuni di questi diterpeni hanno dimostrato, in esperimenti svolti in vitro, di proteggere il tessuto epatico contro l’ossidazione chimica.

5. Gli acidi clorogenici non volatili

Gli acidi clorogenici appartengono ad un gruppo di composti noti come acidi fenolici, che sono antiossidanti. Il contenuto di acidi clorogenici in chicchi secchi di caffè verde qualità robusta è di 65 mg / g e 140 mg / g nella qualità arabica (ovviamente possono esserci delle variazioni in base ai tempi di raccolta). A temperatura torrefazione, oltre il 70% di acidi clorogenici sono distrutti, lasciando un residuo inferiore a 30 mg / g nel seme caffè. A paragone con il caffè verde, il tè verde contiene una media di 85 mg / g polifenoli. Questi acidi clorogenici potrebbero essere una valida fonte economica di antiossidanti. Acidi clorogenici sono composti omologhi comprendenti acido caffeico, acido ferulico e acido 3,4-dimetossicinnamico, che sono legati da un legame estere ai gruppi ossidrilici dell’acido chinico.  La capacità antiossidante dell’acido clorogenico è più potente di quella dell’acido ascorbico (vitamina C) o del mannitolo, che è uno scavenger (spazzino) idrossi-radicale selettivo. Gli acidi clorogenici hanno un gusto amaro a concentrazioni bassecome 50 mg / L di acqua. A concentrazioni più elevate di 1 g / l di acqua, hanno un gusto aspro. Gli acidi clorogenici aumentano la solubilità della caffeina e sono importanti modulatori del gusto.

6. I composti volatili

I composti volatili dei chicchi di caffè verde sono acidi grassi a catena corta, aldeidi e molecole aromatiche contenenti azoto, come i derivati della pirazina (responsabile dell’odore erbaceo-terroso). Brevemente: tali composti volatili sono responsabili dello sgradevole odore e gusto del caffè verde e sono in grado di causare nausea e vomito. A causa di questo odore nauseabondo, i chicchi di caffè verde non sono mai stati utilizzati da soli, anche se contengono la stessa quantità di caffeina del caffè tostato. Quando i chicchi di caffè verde vengono tostati, si generano altre molecole con il tipico aroma piacevole di caffè, che non sono presenti nel caffè verde fresco. Durante la tostatura, la maggior parte dei composti volatili vengono neutralizzati ma, purtroppo, altre molecole importanti come vitamine e antiossidanti presenti nel caffè verde vengono distrutte. I composti che provocano l’odore nauseabondo per gli esseri umani sono l’acido acetico (pungente, odore sgradevole), l’acido propionico (odore di latte acido), l’acido butanoico (odore di burro rancido), l’acido pentanoico (sapore fruttato sgradevole), l’acido esanoico (odore grasso-rancido), l’acido eptanoico (odore rancido), l’acido ottanoico (odore rancido-oleoso ), l’acido nonanoico (odore grasso come di un dado da brodo), l’acido decanoico (odore aspro) e i derivati di tali acidi.

Controindicazioni ed effetti collaterali del caffè verde

Il caffè verde sembra essere sicuro, basandosi sulla ricerca limitata che è stata fatta sulle persone finora. Nella ricerca clinica, sono invece stati segnalati gravi effetti collaterali. È importante tenere presente che il caffè verde contiene caffeina, come il caffè normale e, pertanto, può causare effetti indesiderati simili. La caffeina può causare insonnia, nervosismo e irrequietezza, problemi di stomaco, nausea e vomito, aumento della frequenza cardiaca e della respirazione, oltre a svariati altri effetti collaterali. Il consumo di grandi quantità di caffè potrebbe anche causare mal di testa, ansia, agitazione, ronzio alle orecchie e battiti cardiaci irregolari.

Speciali precauzioni e avvertenze

1. Gravidanza e allattamento al seno: non esistono ancora sufficienti informazioni per sapere se il caffè verde è sicuro durante la gravidanza o l’allattamento. Evitate di assumerlo, per stare sul sicuro.
2. Disturbi d’ansia: la caffeina nel caffè verde potrebbe peggiorare l’ansia.
3. Disturbi della coagulazione: vi è una certa preoccupazione che la caffeina nel caffè verde possa peggiorare eventuali disturbi emorragici.
4. Diabete: alcune ricerche suggeriscono che la caffeina contenuta nel caffè verde potrebbe cambiare il modo in cui le persone elaborano lo zucchero. La caffeina è una causa nota degli aumenti (così come della diminuzione) degli zuccheri nel sangue. Assumete la caffeina con cautela se soffrite di diabete e monitorate attentamente il livello di zucchero nel sangue.
5. Diarrea: il caffè verde contiene caffeina. La caffeina, soprattutto se assunta in grandi quantità, può peggiorare la diarrea.
6. Sindrome dell’intestino irritabile: il caffè verde contiene caffeina. La caffeina, soprattutto se assunta in grandi quantità, può peggiorare la diarrea e quindi potrebbe peggiorare i sintomi di intestino irritabile.
7. Glaucoma: l’assunzione della caffeina contenuta nel caffè verde potrebbe aumentare la pressione all’interno dell’occhio. La variazione di pressione inizia entro 30 minuti e dura per almeno 90 minuti.
8. Alta pressione sanguigna: assumere la caffeina contenuta nel caffè verde potrebbe aumentare la pressione sanguigna nelle persone che soffrono di pressione alta. Tuttavia, questo effetto potrebbe essere inferiore nelle persone che consumano caffeina da altre fonti regolarmente.
9. Assottigliamento delle ossa (osteoporosi): la caffeina contenuta nel caffè verde e in altre fonti può aumentare la quantità di calcio che viene eliminata con le urine e questo potrebbe indebolire le ossa. Se soffrite di osteoporosi, limitate il consumo di caffeina a meno di 300 mg al giorno (circa 2-3 tazzine di caffè normale). Assumere calcio mediante integratori può aiutare a compensare il calcio che si perde. Le donne in post-menopausa, che hanno una patologia ereditaria che impedisce loro di elaborare la vitamina D normalmente, dovrebbero essere particolarmente caute quando assumono caffeina.

Interazioni

Al momento non vi sono informazioni circa le interazioni del caffè verde con altre sostanze.

Dosaggio: Quanto caffè verde prendere al giorno?

Le seguenti dosi (da assumere per via orale) sono state studiate dalla ricerca scientifica.

Per la pressione alta: un estratto di caffè verde (marchio: Svetol, Naturex) da 93 mg al giorno o da 185 mg al giorno.

Per la perdita di peso: un estratto di caffè verde (marchio: Svetol, Naturex) da 80 fino a 200 mg al giorno. In alternativa, un estratto di caffè verde (marchio: GCA, Applied Food Sciences), da 700 mg al giorno o da 1050 mg al giorno.

I chicchi di caffè verde per la perdita di peso

In un piccolo studio della durata di 22 settimane, i ricercatori hanno rilevato che 16 uomini e donne in sovrappeso hanno perso una media di 7,7 chili. Hanno assunto i chicchi in forma di integratore e, per il confronto, hanno cominciato ad assumere un placebo ad un punto diverso dello studio. I pazienti non hanno cambiato la loro dieta ed erano fisicamente attivi. Hanno perso di più durante l’assunzione di integratori che durante il placebo. “Non pensiamo che sia solo merito della caffeina contenuta” spiega il Dr. Joe Vinson, professore di chimica presso l’Università di Scranton, che ha presentato i risultati alla scorsa riunione annuale dellaAmerican Chemical Society a San Diego. I risultati fanno eco a quelli di studi precedenti, ma Vinson ha usato una dose maggiore di chicchi di caffè verde. Lo studio ha incluso persone da 22 a 46 anni ed è stato finanziato dalla Applied Food Sciences. “I risultati sono interessanti, ma lo studio era limitato e breve, quindi è necessario un ulteriore approfondimento”, ha dichiarato la Dr.ssa Connie Diekman, direttore del Reparto nutrizione presso la Washington University di St. Louis.

Vinson ed i suoi colleghi hanno somministrato agli uomini e alle donne 700 milligrammi di chicchi di caffè verde macinato e una dose da 1.050 mg. Hanno anche dato loro un placebo durante lo studio di 22 settimane. Gli uomini e le donne lo ricevevano a fasi di sei settimane. Nel mezzo, avevano periodi in cui non assumevano nulla, che è servito come confronto. “Le loro calorie sono state monitorate“, ha spiegato il Dr. Vinson. “Non erano a dieta, quindi l’apporto calorico è rimasto circa lo stesso durante lo studio, una media circa 2.400 calorie al giorno di cui, altrettanto in media, ne venivano bruciate circa 400 al giorno in attività fisica”.
Lo studio, che si è svolto in India, ha rilevato una perdita di 7,7 chili: alcuni hanno perso solo circa 3 chili, ma altri sono arrivati oltre gli 11. Nel complesso, il peso corporeo è diminuito in media del 10,5%. Il grasso corporeo è diminuito del 16%. “I partecipanti allo studio hanno perso leggermente più peso con la dose più alta rispetto alla dose più bassa, ma non è stata registrata una perdita significativa con il placebo”, ha commentato il Dr. Vinson.
Non si può dire ancora con certezza perché l’estratto di chicco di caffè verde sembra favorire la perdita di peso, ma il sospetto è che sia l’acido clorogenico contenuto nei chicchi. “L’acido clorogenico è un composto della pianta e può avere qualche effetto sull’assorbimento del glucosio, che a sua volta aiuta a ridurre il peso”, spiega Vinson. Una volta che i chicchi di caffè sono tostati, l’acido clorogenico si rompe. Nessuna delle persone coinvolte nello studio ha riportato effetti collaterali, anche se hanno trovato che le capsule fossero molto amare.
In previsione”, conclude il Dr. Vinson “c’è un ulteriore studio che coinvolgerà all’incirca 60 persone”.