sabato 10 gennaio 2015

L’ENIGMA DELL’UOMO DI MARREE IN AUSTRALIA: IL GEOGLIFO VISIBILE DALLO SPAZIO

The enigma of human Marre in Australia: the geoglyph visible from space
Загадка человеческой Marre в Австралии: геоглиф видно из космоса
人类马尔澳大利亚之谜:在geoglyph从太空可见

Si trova su un pianoro a Finnis Springs, 60 km ad ovest della cittadina di Marree, nella parte centrale dell'Australia Meridionale, ed è il più grande geoglifo mai realizzato dall'uomo, tanto da essere visibile perfino dallo spazio. Nonostante sia stato inciso solo 16 anni fa, nessuno sa chi lo abbia realizzato e, soprattutto, perché.


Inciso nella sabbia asciutta dello sterile entroterra australiano si trova il più grande geoglifo al mondo, conosciuto come “Uomo di Marree”.
L’opera sembra raffigurare un indigeno australiano – molto probabilmente della tribù Pitjantjatjara – mentre caccia uccelli o wallaby (un tipo di marsupiale) con un piccolo giavellotto.
L’uomo di Marree è stato scoperto il 26 giugno 1998 dal pilota Trevor Wright durante un sorvolo aereo della zona, e si tratterebbe di un’opera recente, molto recente. Il geoglifo si trova nel deserto a 60 chilometri a ovest di Marree e 600 chilometri a nord della città di Adelaide.
Il misterioso colosso raffigurante un cacciatore aborigeno nudo che impugna una lancia, dieci volte l’altezza dell’Empire State Bulding, è il più grande disegno mai realizzato dall’uomo, cinque volte più ampio di quello con disegni di animali realizzato molti secoli addietro a Nazca in Perù.
La figura misura 4,2 km in altezza, con un perimetro di 15-28 km, e si stima che ci siano volute dalle 4 alle 8 settimane per crearlo; nonostante ciò le sue origini rimangono misteriose, non essendovi testimoni che abbiano assistito ad alcuna parte dell’operazione.
Alcuni esperti ipotizzano che l’opera sia stata realizzata con l’utilizzo di bulldozer, ma nessun testimone ha visto o sentito cose del genere nelle vicinanze del sito, né ci sono impronte o tracce di pneumatici riconoscibili. L’indagine messa in piedi dalla polizia locale, inoltre, non è riuscita a chiarire l’identità dell’autore (o degli autori, molto probabilmente).
Al momento della scoperta, le linee della figura erano profonde 20-30 cm e larghe sino a 35 m. Essa sembra essere stata tracciata con un aratro a 8 vomeri largo 2,5 m attaccato a un trattore, quindi le linee richiesero ben 14 passaggi. L’immagine si sta gradatamente erodendo per processi naturali ma, poiché nella regione il clima è estremamente secco e arido, essa è tuttora visibile.
Nonostante le pochissime tracce intorno alla figura, l’accuratezza del disegno fa presumere che sia opera di professionisti. E’ probabile che sia stata realizzata lavorando al computer, sovrapponendo la figura del cacciatore aborigeno alla mappatura del terreno e usando per tracciare il disegno un dispositivo Gps palmare (Global positioning system).
Un’apparecchiatura molto usata in zone desertiche o sulle navi per non perdere la rotta e sapere tramite un segnale via satellite con una precisione di 10 metri che arriva mediante un sistema di triangolazione, dove si è locati.
Ma come è possibile che in un paesino di 80 abitanti qualcuno sia stato capace di realizzare questo lavoro senza che nessuno se ne accorgesse? Di fatto gli abitanti di Marree non sanno dare una spiegazione.
Uomo-di-Marree-spazio

Non molto tempo dopo la sua scoperta, diversi comunicati stampa sono stati inviati ai mezzi di informazione da una fonte anonima. Un certo numero di caratteristiche facevano pensare ad un autore non australiano: innanzitutto l’utilizzo di unità di misura come miglia, iarde e pollici al posto del sistema metrico normalmente utilizzato in Australia. Inoltre, l’utilizzo di alcune espressioni e nomi come “Queensland Barrier Reef”, oppure “Local Indigenous Territories”, che non sono normalmente utilizzate dagli australiani.
Ad aggiungere mistero al mistero fu il ritrovamento di alcuni oggetti in una piccola buca nel sito, tra cui una foto satellitare della figura, un barattolo contenente un piccola bandiera degli Stati Uniti e una nota che per oggetto i Davidiani, una setta religiosa avventista con sede nei pressi di Waco, in Texas.
Nel gennaio 1999, gli investigatori trovarono una piccola targa sepolta vicino al naso della figura, sulla quale era impressa una bandiera americana con il simbolo degli anelli olimpici e una citazione tratta da “The Red Centre” di H.H. Finlayson:
«In onore della terra che una volta conoscevo. Le sue conquiste in queste occupazioni sono straordinarie: una costante fonte di meraviglia e ammirazione».
La citazione proviene da una pagina nella quale è descritta la caccia ai canguri con lancio di bastoni, con alcune fotografie di cacciatori molto simili all’Uomo di Marree.
Gli investigatori hanno cercato, senza successo, di mettere insieme questa strana collezione di indizi. Tuttavia, alcuni hanno suggerito che potrebbero essere stati messi appositamente come false piste, per distogliere l’attenzione dal suo vero creatore, che a quanto pare sembra essere svanito nel nulla!

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