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Le ricerche condotte dagli scienziati francesi sulla tossicità degli Ogm riusciranno ad intimorire le multinazionali biotech? Il controverso studio francese svolto sotto la guida di Seralini è stato ripubblicato. Al centro di esso troviamo il possibile legame tra mais Ogm, esposizione agli erbicidi e rischio di cancro.
Lo studio di Seralini era stato ritirato a dicembre 2013 dalla stessa rivista scientifica che lo aveva pubblicato inizialmente: Food and Chemical Toxicology.
Ma gli scienziati francesi sono tornati all'attacco e hanno deciso di ripubblicare il proprio lavoro online.
Lo studio ora compare sulla rivista Environmental Sciences Europe del gruppo tedesco Springer. I ricercatori francesi negano le accuse che li hanno travolti nel corso degli ultimi due anni e i dati raccolti ora sono di dominio pubblico, in modo che altri possano esaminarli.
A loro parere, si è trattato di un vero e proprio episodio di censura, che non fa altro che minare il valore e la credibilità della scienza riguardo un argomento così delicato e rischioso come il legame tra tecnologia e sicurezza alimentare.
Quando lo studio shock fu pubblicato per la prima volta, a settembre 2012, diede vita ad un acceso dibattito sugli Ogm. I suoi autori, guidati da Gilles-Eric-Seralini, professore dell'Università di Caen, in Normandia, sostengono che i ratti esposti al mais Ogm NK603 di Monsanto e all'erbicida Roundup, a base di glifosato, hanno sviluppato tumori alle ghiandole mammarie e malattie del fegato e dei reni.
Già nel 2012 altri scienziati avevano sostenuto che lo studio fosse viziato e il loro parere non sarebbe cambiato con la sua ripubblicazione. Il mais Monsanto NK603 è stato progettato per risultare immune al diserbante Roundup allo scopo di consentire agli agricoltori di eliminare le erbacce applicando tale prodotto senza danneggiare i raccolti.
Secondo i ricercatori francesi, l'erbicida Roundup e gli Ogm resistenti ad esso devono essere considerati degli interferenti ormonali. Inoltre, a loro parere, le valutazioni scientifiche attuali per quanto riguarda Ogm e salute risultano estremamente carenti.
La nuova pubblicazione dello studio permette che la scienza possa reclamare i propri diritti contro le pressioni delle multinazionali del settore, che cercano di reprimere i pareri contrari agli Ogm.
A difesa del loro studio, gli scienziati francesi hanno dichiarato che si trattava del primo ad essere condotto su roditori da laboratorio per una durata pari a 2 anni, anziché ai soliti 90 giorni. L'obiettivo degli scienziati era però proprio quello di valutare la tossicità del Roundup e del mais Ogm a lungo termine.
Hanno inoltre sottolineato che lo studio è stato progettato per testare la tossicità di mais Ogm e erbicida Roundup, piuttosto che per individuare le cause del cancro.
Coloro che criticano la ricerca sostengono che il numero di ratti esaminati risultava troppo esiguo e che la loro dieta è stata modificata rispetto all'assunzione di cibo naturale.
Inoltre, sarebbero stati utilizzati ratti molto inclini a sviluppare tumori, soprattutto in età avanzata.
Seralini aveva già ribattuto in precedenza a questa critica, sottolineando di aver selezionato proprio lo stesso tipo di ratti scelti da Monsanto per testare e garantire la sicurezza dei propri prodotti Ogm.
Nonostante ciò, le critiche continuano e puntano soprattutto al fatto che la ripubblicazione dello studio su una rivista open source non ne confermerebbe la validità scientifica.
Si tratta di un argomento molto delicato e saranno di certo necessarie ulteriori ricerche per individuare eventuali effetti negativi degli Ogm sulla salute, ma lo studio di Seralini merita comunque di essere riconsiderato e semmai contestato non soltanto a parole, ma con nuove prove scientifiche.
Consulta qui lo studio "Long-term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize".
Marta Albè
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